OGGI PARTECIPIAMO ALLA TAPPA DEL REVIEW PARTY DI
SINOSSI
Un noir psicologico che accompagna il lettore al confine tra
bene e male, vendetta e perdono, allucinazione e realtà. Cosa può trasformare
un ragazzino mite e amante dei libri in un assassino implacabile? Cresciuto
all'ombra di un padre violento, umiliato dai compagni di scuola e rinchiuso per
quasi tre anni in un ospedale psichiatrico, Michele Sabella è sopravvissuto
aggrappandosi all'amore per Elena, una paziente anoressica conosciuta in
istituto. Quando Elena tenta il suicidio, Michele decide di dare la caccia al
carnefice silenzioso che la sta trascinando oltre i confini della follia. Per
farlo, dovrà liberare i propri "demoni di cellophane" e abbandonarsi
alla violenza dalla quale era sempre fuggito. Se nessuno può essere assolto, ha
davvero senso condannare?
RECENSIONE
“Avvertivo
uno strano distacco, come se uno strato di cellophane si fosse frapposto tra la
pelle e il mondo.”
Ciao a tutti! Oggi vi parlo del thriller di Ferdinando
Salamino. Il romanzo viene narrato dallo stesso protagonista: Michele Sabella
che racconta la storia della sua gioventù e della sua crescita per arrivare al
momento cruciale in cui si trova costretto a fare ciò che sta compiendo nel
presente.
Michele non ha avuto un’infanzia facile, i genitori non stati
in grado di essere chiamati tali, soprattutto il padre che viene soprannominato
dal figlio con il nomignolo Ypsilon. Da qui si comprende quanto è complicato il
loro legame.
Il protagonista ha diversi stati d’animo durante il percorso
della sua crescita personale, i fatti che lo avvolgono continuamente lo rendono,
a detta sua, un Kamikaze foderato di cellophane, così spesso e stratificato da
non fargli più sentire il dolore, ma soprattutto a renderlo un’autolesionista.
Per i medici, inoltre, Michele è solo un protocollo a cui vengono affibbiate le
classificazioni più disparate.
“Nel
faldone col mio nome sopra, depositato presso la ASL di Milano, ci sono molti
certificati con altrettante firme, tutte di affermati specialisti, ognuno con
un’idea diversa. Disturbo borderline. Schizofrenia paranoide. Disturbo
schizotipico. Schizoaffettivo. Antisociale, il mio preferito.”
Ma quando sembra che tutto stia per iniziare ad andare per il
verso giusto… qualcosa blocca nuovamente il cammino di riabilitazione che lo
stava aprendo alla vita esterna: Si chiama Elena, un’altra vittima delle
ingiustizie, e Michele per lei farebbe di tutto.
Il finale è come mi sarei aspettata da un tipo come Michele,
tranne per la comparsa di una figura che non rivelo per non fare spoiler, ma è
il finale giusto per questo noir psicologico.
Leggendo queste pagine ho capito il forte urlo che credo
abbia voluto mandare l’autore nei confronti della società, della vita, delle
ingiustizie che continuano a diffondersi come una macchia d’olio che non si
riesce a pulire e di medici che giocano un po’ con la psiche delle persone che
vengono reputate “malate”, ma senza capire davvero qual è il problema di fondo che
affligge queste persone. E poi sgraniamo ancora gli occhi se qualcuno viene
definito pazzo, se alcuni diventano serial killer o schizofrenici, anche se i
loro atteggiamenti non giustificano il fatto compiuto, in nessun caso.
“Per
quelli come me arriva sempre il giorno. Quello in cui uccidi o ti fai
ammazzare, o entrambe le cose. Perché alla fine è tutta una questione di
impulsi, capite? Di impulsi e di controllo.”
Nessuno dovrebbe mai trovarsi nella situazione del
protagonista perché Michele ha dovuto imparare a crescere troppo in fretta e
senza conoscere il significato della parola amore, vita, serenità, felicità. Un
romanzo che apre gli occhi e che bisognerebbe leggere, ben scritto e descritto,
mi sono piaciuti molto anche le similitudini che l’autore ha saputo inserire
nel contesto.
Alla
prossima!
Bacini,
Belle.
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