sabato 20 aprile 2019

RECENSIONE Ancora noi di Diana D.P



Sinossi

Dopo cinque anni a Dublino, Daniele decide di tornare a Roma per riflettere su una proposta di lavoro che cambierebbe la sua vita: stabilirsi in Irlanda per sempre. In Italia, però, oltre a sua sorella e ai suoi amici, lo aspetta anche Stefano, il passato dal quale è fuggito e a causa del quale non è mai più tornato. Sa di aver lottato per ricostruirsi un equilibrio ma sa anche che, per andare avanti, deve dimostrare a se stesso di essere in grado di affrontare tutti i demoni del suo passato, compreso l’uomo che lo ha costretto a cambiare completamente la sua vita. 

Stefano è un infermiere specializzato e trascorre la sua vita fra il lavoro che ama, i suoi amici, suo fratello e un compagno di letto. Non ha mai avuto problemi con la propria sessualità ed è cresciuto in una famiglia che lo ha sempre sostenuto e accettato. Intelligente, estroverso e a suo agio con se stesso, ha vissuto un unico grande trauma nella vita che lo ha portato a essere cinico nei confronti dell’amore, nonostante la sua natura romantica e sensibile: la rabbia nei confronti della partenza di Daniele non è mai scemata, anche se è convinto di essere andato avanti e di aver dimenticato quel ragazzo complicato e bellissimo, con il quale ha avuto un’intensa e travagliata relazione che lui stesso aveva scelto di troncare. 

Quando Daniele torna a casa, i ricordi, soffocati e repressi per tanto tempo, riemergono con prepotenza, riaprendo ferite, rimettendo in discussione le scelte e la vita di entrambi. 
Una storia tanto importante, finita male e che ha cambiato i percorsi di due persone all’apparenza così diverse, merita di cadere nell’oblio o di avere una seconda chance? 
A volte nella vita non si ha scelta e spesso è il cuore a scegliere per noi. 




Recensione

In quanti modi ti amo? Fammeli contare. Ti amo fino alla profondità, alla larghezza e all'altezza Che la mia anima può raggiungere, quando partecipa invisibile Agli scopi dell'Esistenza e della Grazia ideale. Ti amo al pari della più modesta necessità Di ogni giorno, al sole e al lume di candela.

Ti amo generosamente, come chi si batte per la Giustizia; Ti amo con purezza, come chi si volge dalla Preghiera. Ti amo con la passione che gettavo Nei miei trascorsi dolori, e con la fiducia della mia infanzia. Ti amo di un amore che credevo perduto Insieme ai miei perduti santi, - ti amo col respiro, I sorrisi, le lacrime, di tutta la mia vita! - e, se Dio vorrà, Ti amerò ancora di più dopo la morte.

Se arrivi alla fine di un libro col cuore a mille, le farfalle che ti svolazzano nella pancia, perché hai fatto tua la stessa storia che hai letto, allora non puoi fare a meno di iniziare a parlarne partendo da ciò che ti ha colpito in primis. La poesia sopra citata è un qualcosa di assolutamente bello e magnifico, i modi in cui puoi amare e anche essere amato è quel nucleo portante che rende meravigliosa la vita e te la fa affrontare nonostante le sofferenze e le mancanze.
Diana D.P l’autrice di questa storia, mi ha piacevolmente colpita col suo stile, è andata così a fondo nell’animo dei due protagonisti da portarti negli stessi luoghi e facendoti vivere le loro stesse emozioni.
Daniele e Stefano sapranno farvi innamorare di loro e avrete serie difficoltà per chi supportare e sostenere. Io ho trovato ogni scena dettagliata e ricca di particolari, gli stessi pensieri, gli stessi stati d’animo sono egregiamente descritti e quindi palpabili e visibili.
Prima di concludere proprio un cenno ai protagonisti, con le stesse parole dell’autrice, perché solo così potrete comprendere il perché la scelta per chi parteggiare sarà difficile.
Questo è Daniele:

Ero scappato dall’Italia. Letteralmente.

Quando mi ero reso conto che anche solo respirare sarebbe stato complicato, avevo visto due scelte davanti a me: il suicidio e la fuga. E col cazzo che avrei posto fine alla mia esistenza solo perché l’amore della mia vita aveva pensato bene di scaricarmi e di farmi sentire più in basso dell’ultimo verme sulla Terra. Insomma… un paio di volte ci avevo pensato al suicidio, ma volevo credere di non essere il completo fallimento che mi ero sentito. Volevo dimostrarlo a me stesso, almeno. E forse non solo a me stesso.

Lui invece è Stefano:

Ero così follemente innamorato di lui! Eppure, mi ero convinto che non avrebbe voluto un ragazzo con un problema nella testa, sebbene risolvibile.

Non avrebbe saputo gestire la mia malattia, non avrebbe fatto altro che farmi deprimere e alla fine ero sicuro che mi avrebbe lasciato.

E così lo avevo fatto io.

Avevo preferito assumermi la responsabilità della nostra rottura, piuttosto che aspettare di vederlo scomparire perché non riusciva a starmi dietro.

A tutti/e voi buona lettura e alla prossima
Asiul Anaid









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